Come l’Europa è uscita dalla crisi del Trecento
Il professor Alessandro Barbero a Pisa ospite del Rotary Club Pisa
Agricoltura intensiva, alberi abbattuti per strappare ai boschi nuovi terreni dove coltivare grano ed altri cereali, ma anche dove piantare vigne per produrre vino. E, poi, cantieri edilizi per la costruzione di Cattedrali e chiese, palazzi pubblici e privati. Per non parlare dei mercanti che producevano abiti pregiati, ma anche i primi ‘’prêt-à-porter” destinati ai ceti popolari che comunque mettevano da parte un po’ di soldi e, appena potevano, si compravano “un vestito buono”. Grezzo, magari, non colorato, ma destinato ad essere portato nelle occasioni importanti. L’Europa del Milletrecento si presentava così. Vivace, ricca produttiva. “Dove anche gli operai – racconta lo storico Alessandro Barbero – riuscivano, grazie alle donne che gestivano i guadagni dei mariti, a mettere da parte un ‘gruzzolo’ con cui dare un futuro alla propria famiglia”. E proprio l’Europa del Medioevo è stata al centro della conversazione che il professor Barbero, noto al grande pubblico per i suoi libri divulgativi di storia, i suoi romanzi, e i suoi podcast diventati virali tra i giovanissimi, ha tenuto al Rotary Club Pisa, ospite del presidente e collega di studi professor Giuseppe Petralia.
Con la consueta passione divulgativa Barbero ha letteralmente rapito l’attenzione dei presenti affascinati da quel mondo lontano, ma che presenta numerosi punti in comune con la nostra epoca. A cominciare da quella “peste nera” che divampa tra gli anni 30 e 40 del Milletrecento e che “cominciò a diffondersi, ancora una volta, proprio dall’Asia”. “Una pandemia che decimò – puntualizza il professor Barbero – la popolazione europea che era in quel momento numerosissima. E dalla quale il Vecchio Continente riuscì a risollevarsi proprio per quella capacità produttiva legata alle coltivazioni agricole, ma anche alla capacità imprenditoriale dei mercanti”. I periodi di crisi non sono rari nella storia. Proporre un paragone fra la crisi attuale e quella che gli storici conoscono come la “Crisi del Trecento” è forse azzardato, e tuttavia le analogie non mancano, a partire dal ruolo dei crack finanziari e delle pandemie; e soprattutto non mancano gli insegnamenti, perché quella lontana crisi medievale aprì anche straordinarie opportunità per chi seppe cogliere la natura del cambiamento.
“Pensiamo – osserva ancora Barbero – che proprio all’alba del Millequattrocento, dopo che a partire dalla fine del 1330 si erano susseguite delle forti ondate di peste nascono ed iniziano ad operare i primi artisti che hanno segnato il Rinascimento italiano”. Insomma dalle crisi si può uscire e ripartire più forti di prima. Se solo si ha la volontà di investire e scommettere sulle giovani generazioni. Quelle che mercoledì pomeriggio, già prima, delle diciotto hanno invaso Borgo Stretto per mettersi in coda davanti alla libreria “La Ghibellina” dove grazie al Rotary Club Pisa è stato organizzato un firmacopie del più recente romanzo di Alessandro Barbero “Brick for Stone” (Sellerio editore).