Il Rotary Club Pisa sostiene Caritas nell’emergenza Covid-19

Un aiuto concreto per affrontare le problematiche legate all’emergenza sociale e alle nuove forme di povertà

Anche il Rotary Club Pisa al fianco della Caritas Diocesana di Pisa per sostenere lo sforzo che questa sta compiendo nel fornire un aiuto a coloro che in occasione di questa emergenza sanitaria e sociale hanno loro malgrado deciso di rivolgersi a questo organismo ecclesiale, a causa della mancanza di un lavoro e quindi di uno stipendio che possa sostenere le loro famiglie.

Il fenomeno dei “nuovi poveri”, aumenta di giorno in giorno e Caritas, che accompagna e accoglie mediamente oltre 1.500 persone l’anno, si trova in questo periodo ad affrontare un notevole incremento di richieste. “Una persona su dieci fra quelle che seguiamo in questi giorni non la conoscevamo” – sintetizza il direttore di Caritas don Emanuele Morelli – “e il fenomeno è il primo impatto sui più poveri dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ormai da quasi due mesi”.

Il contributo del Rotary Club Pisa è finalizzato a potenziare i servizi offerti dalla “Cittadella della Solidarietà”, l’emporio di generi di prima necessità che assicura ogni anno sostegno alimentare a quei settori della popolazione in condizione di bisogno, e in particolare è rivolto a dotare la Cittadella dei prodotti utili all’igiene della persona, tramite appositi kit comprendenti disinfettanti, gel igienizzanti, salviette e saponi. “La finalità della nostra azione” – afferma il Presidente del Rotary Club Pisa prof. Gino Dini – “è quella di contribuire non solo al superamento dell’emergenza sanitaria, attraverso le donazioni che abbiamo già effettuato nei confronti delle strutture ospedaliere pisane, ma anche quella di fronteggiare la crisi sociale che può portare a gravi conseguenze per molte persone. Questa pandemia ci condizionerà ancora per diverso tempo, anche se speriamo tutti sia il più breve possibile, e dobbiamo mettere in atto tutte le misure necessarie per far sì che questa provochi i minori danni possibili alle persone e alla nostra struttura sociale”.